La tragedia della libertà

Laboratorio di creazione teatrale per studenti di Scuola Secondaria Superiore di II grado

“E il padre vi dice: state vivendo in un paese che dimentica le infinite genesi del reale, che vive di apparenza. Mancano i miti. Azioni così stupefacenti da dovere essere dette ed agite. Così nascono i miti. Parole incarnate a a seminare possibili rivolte su rivolte. (…) Figli miei, fuori dai diaframmi!

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“La tragedia della libertà” (Edizioni SEB27 – http://bit.ly/2jYeKPd) è un copione che tratta del diritto allo studio, della libertà e della violenza, fondando un mito contemporaneo di cui sono protagonisti quattro studenti. Intento ultimo è quello di riflettere e fare riflettere sulla contemporaneità, riscoprendo con scopi catartici la potenza e la vivibilità del mito e della tragedia; pure tramite una visione inedita del dramma della dispersione scolastica.

Proponiamo di coinvolgere gli studenti di Scuole Secondarie Superiori di II grado nella preparazione dello spettacolo, tramite un percorso di formazione teatrale di cinque/tre mesi o percorsi intensivi nelle forme più avanti descritte. Il percorso laboratoriale trae origine ed è stato sperimentato con successo in “La tragedia della libertà: un progetto per le nostre scuole” (dettagli: http://bit.ly/2aXqJIi), realizzato nel 2015 con la promozione di Nuovo Imaie, il Patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte e della Consulta regionale dei Giovani, la collaborazione della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e dell’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare.

Obiettivi:

  • sollecitare gli studenti sulle possibilità del teatro quale strumento di analisi immaginifica della realtà e di comunicazione creativa;
  • diffondere la cultura del teatro e l’idea di cultura in sé presso gli studenti, favorendo l’incontro reale fra il teatro e le altre materie di studio, mediante una didattica applicata in sinergia fra la drammaturgia, la recitazione, la direzione da un lato e le discipline umanistiche e artistiche (figurative, musicali e non solo) dall’altro.

Il laboratorio

Gli studenti parteciperanno a un laboratorio di 20 appuntamenti (3h ciascuno) a cadenza settimanale o bi-settimanale (da intensificarsi, se necessario, nella fase finale di allestimento e rappresentazione) e distribuiti sull’arco di cinque o tre mesi.
Il percorso prevede:

  • avvicinamento al teatro (con elementi di storia del teatro e delle tecniche interpretative);
  • lettura e comprensione del testo teatrale;
  • dizione e uso del corpo e della voce;
  • memorizzazione del copione e recitazione nello spazio;
  • allestimento scenico

Il laboratorio sarà condotto da Marco Gobetti, con la collaborazione di altri professionisti della compagnia e non solo. È prevista la possibilità di tre varianti del laboratorio, in forma concentrata e di stage: una di 15 giorni consecutivi, una di 7 giorni e una di 3 giorni.

Il numero ideale di partecipanti gravita da un minimo di 10 a un massimo di 15 studenti.

Poetica

Per quanto riguarda la recitazione, si applicheranno modalità didattiche maieutiche, tese a fare leva – per valorizzarli – sugli strumenti personali di ciascun partecipante: cultura, corpo, voce, sensibilità. Particolare attenzione sarà prestata a principi quali la trasformazione degli ostacoli in opportunità e la ricerca mirata della provvisorietà e dell’avventura; anche tramite fasi di prova e creazione pubblica – sia in ambiente protetto sia all’aperto -, per generare intelligenti disordini.

“Sono convinto che contino le azioni. E che solo se un’azione nasce da un’urgenza può sortire un effetto. Che preparare un’azione non significa prevedere ciò che faremo, bensì abbandonarsi a ciò che ci accadrà, per tentare di fare accadere qualcosa. Che ci si può allenare all’abbandono. Che occorre avere il coraggio di confondersi, di sperimentare avventura. Che un teatro possibile è quello di cittadini fra cittadini. Che proprio la creazione deve nutrirsi di provvisorietà. Che scegliendo con sana incoscienza spazi, modi e tempi apparentemente inopportuni, gli artisti usano utile violenza a quello status civitatis che li fa cittadini maldestri fra un pubblico di uomini declassati e votati al silenzio: gli artisti si possono fare artigiani di incontri. L’incontro è tanto più vero quanto più la sua provvisorietà è condivisa con il pubblico: si può provare a fare un teatro che nasca proprio dagli incontri, anziché pretendersi compiuto per affrontare incontri. Si può sperimentare un teatro che abbia il coraggio di mostrarsi “brutto”, perché sta tentando di avvenire. Si può, non “si deve”. La certezza di essere nel giusto è la nemica peggiore dell’avventura. Un teatro fatto con i gesti e con le parole incerte di chi abita uno spazio a lui nuovo, ma non essendo da solo ha bisogno di cercare mezzi utili a comunicare. Un teatro che ha come primo scopo quello di cercare un pubblico per tentare di accadere, divenendo”.  Marco Gobetti 

Lo spettacolo

Risultato e restituzione pubblica del laboratorio sarà il debutto dello spettacolo.
Quattro studenti provano di nascosto, davanti a un gruppo di amici fidati, le dichiarazioni che renderanno il giorno in cui verranno arrestati. Dalle loro parole si scopre perché stanno scappando, perché hanno mutato i loro nomi in Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso e quale segreto celano le loro maschere. Si apprende di come lo Stato impose la chiusura delle scuole; e, per fare eseguire l’ordinanza, ufficiali dell’esercito furono nominati presidi; e in una scuola, nel giorno del commiato, accadde un imprevisto: di come, quando e perché quattro studenti, avendo sbranato un preside, cambiarono vita e nome… Nel dettaglio, la riunione clandestina inizia con l’ascolto di una registrazione che i quattro hanno portato con sé. È l’ultima lezione del loro insegnante di Greco e di Latino, in cui il professor Federico si scaglia contro la Monarchia Imprenditoriale, il mercato schiavistico del lavoro, la deformante statalizzazione della cultura e la futura formazione scolastica sul web, senza maestri; auspica un’era dionisiaca e inneggia alla clandestinità di vita e di studio. Sul finire della lezione, il preside irrompe in classe pistola in pugno e dichiara in arresto il professore…